A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. Di seguito, un estratto dell’intervista.
De Laurentiis ha definito il Maradona un “cesso”. Come giudica le sue parole?
“Credo che sia una vecchia battaglia di De Laurentiis, non è la prima volta che usa questa definizione. È chiaro che, rispetto agli altri stadi europei, il Maradona ha una concezione e una struttura di un altro secolo. Se guardi qualche partita di Champions League o di altri campionati, sembra davvero di vedere un’altra dimensione. Per questo credo che, per stare al passo con gli altri club italiani ed europei, sia arrivato il momento di prendere decisioni concrete e consentire al Napoli di crescere anche a livello commerciale. La critica del presidente, nella sostanza, ci sta: forse si può discutere sul modo in cui l’ha espressa, ma il contenuto trova effettivamente riscontro nella realtà.”
Antonio Conte individua una serie di cause per ciò che accade in casa Napoli, escludendo preparazione e gestione degli allenamenti. Cosa ne pensa?
“Invito alla lucidità. Parliamo di un allenatore che, al suo primo anno, ha vinto lo scudetto, che oggi è primo in classifica e ancora in corsa per la qualificazione in Champions League. Fatta questa doverosa premessa, è vero che il Napoli non è brillante nel gioco, ma ha caratteristiche diverse: solidità, concretezza, organizzazione. Sta cercando di ritrovarle. Da qui, però, a dire che Conte sia la causa di tutti i problemi, io non ci arrivo. Ogni allenatore ha il proprio metodo e il proprio modo di comunicare. Nel calcio non esiste un’equazione tra ‘giocare bene’ e ‘vincere’. Ognuno ha la sua idea di calcio, ma l’obiettivo resta vincere. A Napoli, ad esempio, abbiamo visto la squadra che ha espresso probabilmente il miglior gioco degli ultimi vent’anni in Italia, ma alla fine ha vinto zero titoli. Serve equilibrio nei giudizi. Conte ha uno stile comunicativo particolare, ma nasce anche da un contesto ostile: al primo pareggio, riceve critiche feroci, e lui reagisce in modo difensivo. È una forma di protezione: crea un muro per difendere sé stesso e la squadra dagli attacchi esterni.”
Quindi possiamo dire che il suo modo di comunicare sia anche una risposta ai continui attacchi che riceve?
“Esatto, è così. Conte è un uomo molto diretto, ma anche molto sensibile alle critiche. Ha difficoltà a gestire le sollecitazioni, e reagisce di conseguenza. È parte del suo carattere e del suo modo di vivere il calcio.”
In merito a quando, la settimana scorsa, disse che “il Napoli dà fastidio quando è in testa”: a chi si riferiva, secondo lei?
“Secondo me si riferiva ai grandi club del Nord. Quando il Napoli è competitivo, rappresenta una concorrente in più per la vittoria finale. Avere o non avere il Napoli nella corsa scudetto non è la stessa cosa: è una squadra con un potenziale importante, e la sua presenza dà fastidio sportivamente, perché aumenta la concorrenza al vertice. Credo che in quelle parole ci fosse questo significato, puramente sportivo.”
L’Inter è prima nel girone unico di Champions League: secondo lei ci sono i presupposti per un’altra grande stagione?
“L’Inter, secondo me, è destinata a fare un’altra grande stagione. Il calendario di Champions è particolare: quattro partite sulla carta più agevoli all’inizio e quattro molto difficili nella seconda parte. In campionato, invece, è una squadra solidissima, con tutte le possibilità di restare in corsa fino all’ultima giornata. Credo che sarà protagonista fino in fondo e, se riuscirà ad andare lontano anche in Europa come negli ultimi anni, sarà un bene per tutto il calcio italiano, che ha bisogno di club competitivi per dare credibilità e prestigio al nostro movimento.”
