Davis: l'Italia in finale sogna il tris

 


Non c’è due senza tre, giusto? Siamo in finale di Coppa Davis per il terzo anno consecutivo, e siamo i campioni detentori, che difendono il titolo. Non era mai successo. Ma il gruppo azzurro di capitan Volandri può sfatare l’ultimo tabù, quello di non aver mai vinto l’Insalatiera in casa, di fronte al pubblico amico.

Come sappiamo, nella storia di questo evento per nazioni l’Italia ha trionfato in tre occasioni, e sempre all’estero: oltre che nel 2023 e nel 2024 (a Malaga, con il nuovo regolamento) va aggiunta la storica prima volta, quella del 1976 in Cile. Ci sono anche le sei finali perse: 1960 e 1961 (entrambe in Australia), 1977 (in Australia), 1979 (negli Stati Uniti), 1980 (nella ex Cecoslovacchia), e infine il 1998, l’unica disputata in casa, a Milano contro la Svezia che culminò con il famoso infortunio alla spalla di Andrea Gaudenzi e il ritiro in campo.

Sembrava stregata, la Coppa Davis. Poi c’è stato il cambio del formato, l’arrivo di Jannik Sinner e oggi gli azzurri sono i numeri uno del mondo come movimento. Lo confermano i risultati: senza i due migliori tennisti in classifica (Sinner e Musetti), l’Italia è comunque in finale. Un grande apporto lo ha dato il pubblico di casa, come hanno confermato anche i protagonisti. Il belga Bergs, sconfitto da Cobolli nell’entusiasmante secondo singolare della semifinale tra Italia e Belgio, ha ammesso come in un normale torneo il match non avrebbe avuto l’epilogo che ha avuto, sottolineando come la passione dei tifosi abbia influenzato e supportato Cobolli.


Questo è sempre stato il bello e il fascino della Coppa Davis, no? Una sola partita, un solo colpo. Una specie di duello in cui più di una volta lo sfavorito ha sovvertito il pronostico. Perché il gioco delle variabili (compagni di squadra, capitano, coach, pubblico) è realmente sensibile.

Domenica l’Italia di Berrettini, Cobolli, Sonego, Bolelli e Vavassori è pronta per l’ultimo sforzo. Oggi capitan Volandri sarà spettatore interessato della sfida tra Germania e Spagna, entrambe sopravvissute dopo due tiratissimi doppi (la Spagna con la Repubblica Ceca, la Germania con l’Argentina). Chiunque sia l’avversaria, sarà una finale fifty-fifty. E Bologna, con i suoi caldi appassionati, potrà dare il suo contributo per toglierci l’ultimo sfizio: trionfare in casa.


Fonte Supertennis