Il "Milucci" pensiero: "Gli azzurri non tradiranno città e tifosi"


Che nelle due partite più importanti della stagione, nel minuto finale sia arrivato il gol vittoria degli avversari, potrebbe davvero essere stato solo una maledetta casualità.

Vista e rivista al microscopio Roma-Napoli, ci sembra davvero difficile trovare alla sconfitta dell'Olimpico motivazioni diverse dalla sfortuna.

Si è parlato di errori tattici, di posizionamento errato degli azzurri in occasione del gol subito. Ma si era ormai al 90', infatti viene data l'indicazione del recupero appena rimessa la palla a centrocampo.

Analizzando qualsiasi partita di qualunque squadra, al minuto 90 sarà difficile non trovare qualche errore di piazzamento, una chiusura in ritardo, qualche marcatura meno serrata, una lettura poco lucida.

Certo, le grandi squadre non mollano un centimetro nemmeno nei minuti di recupero.

Le grandi squadre, appunto. Il Napoli non lo è, non ancora. Speriamo possa diventarlo.

Questa è una squadra giovane, con una guida tecnica al secondo anno di serie A.

Una squadra costruita acquistando quasi sempre giovani di prospettiva.

Le uniche eccezioni furono fatte il primo anno di Benitez, quando con i soldi della clausola di Cavani arrivarono a Napoli giocatori affermati come Higuain, Albiol, Callejon, Reina.

Prima e dopo, a Napoli sono arrivati solo giovani in rampa di lancio (Lavezzi, Hamsik, Cavani), scommesse vinte (Koulibaly, Jorginho, Allan), qualche fantasma ormai dimenticato (Chavez, Fideleff, Uvini) e qualche vecchio arnese a fine carriera (Mascara, Donadel, Cribari).

Compreso l'ultimo mercato invernale, con il Napoli campione d'inverno e in piena lotta per il titolo.

Sarri, a gennaio, commentò così quel mercato: "Mi sembra che i buoni risultati conseguiti nel girone d'andata non abbiano cambiato gli obiettivi societari, che erano quelli di fare un anno di transizione".

Un anno di transizione, questo era l'obiettivo del presidente De Laurentiis.

E noi lo avevamo puntualmente anticipato, presentando l'arrivo di Sarri.

Invece, staff tecnico e giocatori sono riusciti a tirare fuori una stagione straordinaria, la migliore del dopo Maradona, rimanendo in lotta per il titolo fino a quando hanno avuto le forze per farlo.

Forze mentali, prima ancora che fisiche. Il secondo tempo di Roma, infatti, ha confermato che la squadra è in salute, che non ci sono cali di condizione.

Gli azzurri hanno messo la Roma alle corde, in casa sua. Il gol non è arrivato solo grazie ai miracoli di Scszesny e di Rudiger.

Certo, il Napoli è alla terza sconfitta esterna consecutiva ed è quasi tutto in questi nove punti persi il divario dagli inarrestabili bianconeri.

Ma la sconfitta di Roma è stata completamente diversa da quelle di Udine e di Milano, perché all'Olimpico il Napoli ha dominato il gioco in lungo e in largo.

Alla Dacia Arena e a San Siro, invece,  gli azzurri non erano scesi in campo, forse avviliti dalle vittorie juventine e dal modo, spesso dubbio, in cui si susseguivano.

Ecco, questo ci sembra il punto focale del momento: se il Napoli dovesse accusare il contraccolpo di questa nuova delusione, se non dovesse riuscire a reagire subito alla sconfitta di Roma, il secondo posto diventerebbe davvero a rischio.

Se invece gli azzurri avranno la forza di andare in campo per prendersi quel posto in Champions League che per tutto l'anno hanno mostrato di meritare, non ci saranno problemi.

Fondamentale, a tal proposito, sarà l'accoglienza del San Paolo nella prossima partita.

Questo è il momento di stringersi tutti, senza se e senza ma, intorno a questi ragazzi.

Se il San Paolo canterà "Un giorno all'improvviso" sin dai primi minuti di Napoli-Atalanta, gli azzurri non tradiranno la loro città, ne siamo certi.





Antonio Milucci

Riproduzione riservata: ne è consentita una riproduzione parziale o totale con citazione della fonte www.sportmagazinenews.it oppure Sportmagazinenews