“Io e Rino eravamo accomunati, calcisticamente, dalla grinta di lottare su ogni pallone ed andare oltre le
nostre possibilità tecniche con il sacrifico ed il carattere. Dispiace che in questo Napoli questa qualità
manchi. Ma è riduttivo pensare che manchi solo carattere - queste le parole di Francesco Montervino, ex
calciatore e capitano del Napoli, ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca
Cerchione e Raffaella Iuliano in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. È
lampante quanto questa squadra si sgretoli al primo problema. Ieri è stata l’ennesima dimostrazione che,
dopo aver subito due gol, non si è avuto alcun accenno di reazione, e questo è un dato da non
sottovalutare. Sapevamo tutti che il Granada fosse formidabile in contropiede, nonostante ciò gli spagnoli
sono riusciti a fare il secondo gol proprio così. Il Napoli, dunque, non è riuscito a mettere in pratica quanto
studiato in fase di preparazione della gara. Gli spagnoli hanno segnato subito ed a causa di un errore
individuale, perché se Di Lorenzo scala sul centrale, Lobotka deve chiudere sull’esterno avversario. Sul
secondo gol, invece, credo che Rrahmani sarebbe potuto uscire per contrastare il tiro dell’avversario, ma
prima ancora nessuno ha avuto la forza di correre all’indietro e spendere un fallo tattico per fermare il
contropiede. Sono sicuro che Gattuso farà rivedere tutti questi errori ai suoi ragazzi. Nei risultati del Napoli
la sfortuna c’entra poco. Ieri ci sono stati errori tattici ed individuali. Chi si è salvato? Posso individuare chi
ha fatto meno peggio degli altri, e dico Maksimovic e Fabian. Ritorno? Sono ancora convinto che il Napoli
possa vincere l’Europa League, ma solo se è fortemente motivato a vincerla. La Coppa Uefa è stato il trofeo
più importante della storia azzurra, vinta grazie al Dio del calcio, Maradona, ed è per questo che i ragazzi
dovrebbero crederci. Osimhen? Sta mancando davvero tanto a questa squadra. Dopo tre mesi out, ora
sembra un lontano parente di quello visto ad inizio campionato. Su questo influisce anche il fatto che sia
rientrato nel periodo peggiore della squadra. È un patrimonio della società, pagato tanto, giovanissimo e,
dunque, va aspettato. Lobotka? È un oggetto del mistero. Nelle sue passate avventure ha dimostrato tanta
qualità unita a quantità, doti che, purtroppo, a Napoli non si sono mai viste. Sta facendo davvero tanta
fatica, e se ne sono accorti tutti gli addetti ai lavori, non solo i tifosi”