La storia di Michele Pini: "No al calcio, preferisco uno stipendio sicuro"


La storia di Michele Pini è quella di un calciatore che ha smesso di credere nel calcio. 

Di un uomo che ha lasciato da parte i sogni, quelli coltivati fin da bambino, per guardare in faccia alla realtà, una realtà fatta di stipendi arrivati sempre con tre mesi di ritardo, senza certezze e di società che falliscono l’una dopo l’altra. 

In un’intervista rilasciata a Repubblica l’ex terzino del Lumezzane - 114 presenze e un gol in Lega Pro - racconta della sua decisione: “Basta calcio, preferisco un lavoro in fabbrica, è più sicuro”. La sicurezza che manca nel mondo del pallone di oggi, che ormai sembra sempre di più “una barca alla deriva. Pure quello minore, non milionario, in C1 dove una volta si vivacchiava anche se non eri Totti”. Vero, storie del passato però, e adesso nel calcio - parola sua - falliscono anche le speranze. “Mi stava nascendo un figlio e io in questo calcio non ci ho più visto né l'illusione di promesse, né un pezzo di futuro, ma solo depressione”. 





Fonte: Sky Sport