Sarri a Sky: "Higuain ? L'avrei sbranato"


Lunga intervista di Sky a Sarri. Riportiamo il testo dei nostri colleghi di Tuttonapoli.net:

Com'è De Laurentiis? "Solitamente molto sereno, è un presidente che ha momenti di incazzatura improvvisi, ma brevi. Dopo pochi minuti torna quello di prima. Nelle riunioni o nelle telefonate con me è sempre tranquillo e contenuto. Accontentare? Io non ho chiesto nulla, non sono un tecnico di questo tipo, ma ormai in questo lavoro nessuno parla più di campo ma solo del mercato. Ci sono gli stadi vuoti, ma tutti parlano di mercato, significa s'è perso di vista la realtà. Secondo me si migliora col lavora ma per mentalità non sono uno che dice voglio questo o quello, anche perchè sono in un club in cui non è fattibile, altri in Europa hanno fatturati molto elevati. E' giusto che ADL salvaguardi la società". 
Sulla squadra: "Siamo piacevole da vedere, giochiamo con tecnica in velocità, con qualche limite perchè non sempre la prestazione corrisponde al risultato. Non otteniamo quello che meriteremmo, questo è un limite. Quest'anno siamo molto più giovani. Albiol-Koulibaly? Sono giocatori forti, Kalidou ha uno strapotere fisico mondiale, è migliorato tatticamente. Con Albiol abbiamo lavorato come reparto, individualmente era già su buoni livelli, posizionato bene con una buona postura, perdendo pochi palloni in impostazioni. Alcuni giocatori li senti tuoi, come per dire era un buon giocatore, l'ho fatto diventare ottimo, ma per i campioni dipende dal loro dna, non si costruiscono".
Su Higuain: "Non ha mai avuto diffidenza. E' un ragazzo particolare, ha bisogno di certe cose per rendere al meglio. Ho sempre detto che è il centravanti tipico più forte del mondo, a lui poco, ma gli chiedevo tanto in allenamento. Deve pretendere tanto da se stesso, erano più rimproveri che elogi, ma pubblicamente lo elogiavo. L'abbandono è stato un momento brutto, mi potevo aspettare la Premier, non la Juventus. Questo ha reso più pesante l'abbandono. Per un po' non l'ho sentito, non volevo neanche sentirlo. Come un figlio che ti fa arrabbiare, lo sbraneresti per qualche giorno, ma resta un figlio. Ha fatto una scelta discutibile, ma questo non significa che non sia una persona a posto". 
Con Insigne rimproveri come un padre? "E' un ragazzo solare, si sta bene con lui, ha sempre il sorriso. A volte va ricondotto al giusto modo di comportarsi e pensare, ma è uno a cui ti affezioni. Da lui pretendo molto, ha talento, ma può fare di più".
Sulla sfida al Real Madrid: "Il Real Madrid è una squadra che ti può ribaltare una partita anche nel giro di pochi minuti. C'è la soddisfazione di andare a fare una partita importante, contro la squadra forse più importante del mondo in uno degli stadi più importanti del mondo. C'è il timore che prende tutti, è inevitabile, nessuno è un super uomo e ti chiedi 'saremo all'altezza di questi?', io credo di sì alla fine, potranno avere qualcosa in più, ma in partita possiamo starci. Un giorno potrò dire ho giocato al Bernabeu una partita di Champions"
Dal Sansovino al Real a modo tuo, con la tuta e tante cose di cui si parla. "E' stata dura, ma sono luoghi comuni. Si valuta una persona da piccoli particolari, non dalla persona. Io mi metto la tuta perchè faccio un lavoro da campo, mi sembra ridicolo andare sul campo col vestito da matrimonio. Poi se devo rappresentare la società metto la divisa sociale, in campo no. In questo il presidente non ha mai battuto ciglio. Ho fatto tutto a modo mio, qualcosa ho pagato perchè le etichette si pagano, ma su tanti aspetti ho avuto ragione". 
Sulla passione per Bukowski: "Sì, mi piace il suo modo di scrivere, duro, crudo, diretto, lo trovo bellissimo. Ospedali, galere e prostitute sono le tre Università della vità per lui, ed il calcio? Il calcio può stare in tutte e tre le sezioni, forse con le prostitute si adatta meglio (ride, ndr)".
Ti senti libero nel calcio? "Criticato, a volte giustamente altre ingiustamente, ma non condizionato. Sono fatto così, forse per questo sono arrivato in serie A a 56 anni". 
Minori sono le chances di vittoria, più dolce è arrivarci? "La gente pensa sempre alla Champions, lo Scudetto, ma in realtà dentro hai una partita in un paesino vicino Siena dove è arrivata una promozione ed una emozione gigantesca. La gente pensa che l'emozione sia proporzionale all'importanza dell'evento". 
Il paradiso in terra? "I 20' col Benfica tra il 5' ed il 25' sono stati per me arrapanti. La libidine era per il Barcellona di Guardiola