Le volpi e l'uva...Leicester Campione


Il Leicester è campione d’Inghilterra per la prima volta nella sua storia, ventiquattresima società inglese ad aggiudicarsi il titolo.

Le Foxes, le volpi, ad inizio stagione erano quotate 5000 a 1.

L'anno scorso si erano salvate in extremis, in estate avevano cambiato solo tre giocatori e avevano scelto un allenatore italiano, parola che da queste parti fa rima con catenacciaro.

E poi Claudio Ranieri, soprannominato Tinkermann, l'incerto, era noto per essere un perdente di lusso, un eterno secondo.

Questo, infatti, era stato il suo miglior piazzamento in 30 anni di onorata carriera di allenatore, dagli esordi nell'interregionale con il Vigor Lamezia fino al campionato francese con il Monaco.

Certo, aveva vinto un campionato di C1 con il Cagliari, uno di serie B con la Fiorentina e uno di Seconda divisione francese vinto con il Monaco.

Ma ancora bruciavano tutti i piazzamenti d'onore arrivati nel corso della sua storia.

Secondo, infatti, era arrivato con il Chelsea nel 2004, quando la società inglese decise di sostituirlo con l'astro nascente Jose Mourinho.

Secondo era arrivato con la Juventus nel 2009 e a Torino il secondo posto non è mai stato troppo apprezzato.

Secondo era arrivato con la Roma nel 2010, quando riuscì a perdere in casa uno scudetto già  vinto.

Secondo, infine, era arrivato con il Monaco nel 2014, ultima sua avventura su una panchina, se si esclude la breve e non felice parentesi come CT della Grecia.

Il massimo che si aspettavano da lui, quindi, era una tranquilla salvezza, magari senza i patimenti dello scorso anno quando la permanenza nella Premier League fu conquistata solo nelle ultime giornata, risalendo dall'ultimo posto in classifica con una serie di sette vittorie nelle ultime nove giornate.

Invece, sin dalle prime giornate del campionato 2015-16, le Foxes di Ranieri hanno iniziato a scalare la classifica fino a raggiungere la prima posizione alla 17esima giornata per non lasciarla più, laureandosi campioni d'Inghilterra con due giornate d'anticipo.

A trascinarli fino al titolo sono state le reti dell'ex operaio Jamie Vardy (13 gol nelle prime 11 partite di campionato, 22 ad oggi).

Poi i dribbling funambolici di Ryad Mahrez, algerino scovato tre anni fa nel Le Havre, seconda divisione francese e acquistato per poco più di 200.000 Sterline.

E ancora l'ubiquità di N'Golo Kante' maliano anche lui scovato in Francia.

Le parate di Kasper Schmeichel figlio di Peter portiere icona del Manchester United di Alex Ferguson.

La solidità del capitano Wes Morgan, una vita nelle serie inferiori inglesi.

Certo, parliamo della squadra di una tranquilla cittadina britannica (300.000 abitanti, tredicesima del Regno Unito), ma una provinciale come il Leicester in Italia farebbe parte della ricca borghesia del calcio.

L’anno scorso, da neopromossa, ha avuto un fatturato di 137 milioni di euro, che paragonato ai numeri della nostra serie A sarebbe il quinto, di cui ben 97 milioni dai diritti tv (nonostante «solo» il 14° posto finale in Premier) cioè 3 milioni di euro in più dei diritti tv incassati dalla Juventus (che poi vi ha aggiunto il ricco contributo della Champions);

Sempre lo scorso anno, il Leicester si è potuto permettere di pagare stipendi per 75 milioni di euro, come la Fiorentina, non lontano dal Napoli (85), ed ha chiuso la stagione con 41 milioni di profitti, senza fare plusvalenze o altri giochini tipici delle società di casa nostra.

Ma, paragonato al nostro, il calcio britannico è davvero un altro mondo e quello delle Foxes è soltanto l'undicesimo fatturato delle Premier League.

I proprietari del club sono gli Srivaddhanaprabha, quasi uno scioglilingua, miliardari thailandesi che devono la loro ricchezzza all’impero dei Duty Free e a una catena di alberghi. Il polo, per loro, veniva prima del calcio. Da oggi, forse non più.

Ranieri, parlando poco di tattica e molto di gruppo, ha compiuto un prodigio di dimensioni storiche, paragonabile a quello che Brian Clough realizzò alla fine degli anni '70 a Nottingham, portando il Forest all’unico scudetto della sua storia e alla conquista di due incredibili Coppe dei Campioni.

In Italia, invece, la mente corre al Verona di Osvaldo Bagnoli, metà degli anni Ottanta, quando i diritti tv e la sentenza Bosman non avevano ancora sventrato il calcio e gli arbitri venivano scelti con il sorteggio integrale.

A proposito di calcio, il Leicester ne pratica uno che non è tiki taka e neppure catenaccio, molto verticale, basato sulla totale partecipazione di tutti i reparti della squadra a tutte le fasi di gioco.

Ranieri non ha inventato nulla. Ha solo creduto, e fatto credere ai suoi giocatori, che dal nulla si potesse inventare qualcosa.

Qualcuno ha addirittura scomodato Esopo, il grande scrittore greco antico, e la sua favola più famosa, la volpe e l'uva.

Solo che, stavolta, nessuno ha potuto impedire alle volpi di raggiungere il loro obiettivo, la Premier League.



Antonio Milucci 

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