Il "Milucci" pensiero: "Don Aurelio, che intenzioni hai con lo scudetto" ?


Avevamo avvertito, l'ambiente azzurro, dei rischi derivanti da un vittimismo inutile ma, soprattutto, dannoso.

Avevamo spiegato che il problema era proprio quello di fornire alibi ai giocatori e di caricarli di pensieri negativi.
Solo in questa chiave, si può spiegare la violenta protesta di Higuain per un semplice fuorigioco inesistente.
Solo così si può   inquadrare la reazione scomposta del Pipita ad una trattenuta di Felipe, con tanto di protesta, mani addosso all'arbitro e crisi isterica finale.

Ad Udine, il Napoli ha perso il campionato.

Lo ha perso subendo due rigori giusti ed un'espulsione sacrosanta. Lo ha perso giocando una partita inguardabile, senza mordente, condita da errori e svarioni imputabili solo ad un errato approccio al match.
Udine ha ricordato Bologna. In peggio, perché in Emilia gli azzurri produssero un numero di palle gol almeno pari a quello dei rossoblu.

Alla  Dacia Arena, invece, il Napoli ha lasciato inoperoso il portiere Karnezis, perdendo senza alibi ne' attenuanti.
Ad Udine, gli azzurri sono arrivati cotti, mentalmente prima ancora che fisicamente.
Molti saranno in disaccordo con questa analisi.

Ma, a nostro parere, la necessaria crescita di tutto l'ambiente partenopeo dovrà passare attraverso un esame critico di tutti gli errori commessi da gennaio in poi. E non sono stati pochi.

In particolare, a riflettere dovrà essere il presidente De Laurentiis, il quale dovrà spiegare ai suoi tifosi, una volta per tutte, se gli interessa realmente vincere il campionato oppure no.

Sono sette anni che la squadra azzurra arriva al mercato invernale occupando una delle prime tre posizioni in classifica, mostrando chiari i limiti che ancora la separano dal poter lottare per il titolo.
E sono sette anni che Don Aurelio ignora questi limiti, sempre evitando di rinforzare la squadra nel modo più opportuno.

Restano ancora impressi, nella memoria dei tifosi del Napoli, i nomi di Mascara e Ruiz acquistati mentre il Milan, con l'ingaggio di Van Bommel e Cassano volava verso il titolo.

O quel Vargas regalato a un Mazzarri secondo in classifica, che ammise di non conoscerlo nemmeno.
Ma, soprattutto, gridano vendetta gli acquisti di Grassi e Regini, ad oggi (aprile) ancora sconosciuti ai tifosi azzurri, nell'anno del titolo di Campioni d'Inverno.

Viene quasi da pensare che spostare l'attenzione sugli arbitri e sulla Juventus sia un atteggiamento pretestuoso, volto a distogliere l'attenzione dai veri responsabili.

Ed anche sull'argomento palazzo, il presidente del Napoli ha molto da spiegare, non avendo mai fatto udire la sua voce su arbitri e calendario, con la squadra azzurra costretta a giocare sempre dopo la Juventus.

È ridicolo che, negli ultimi tre mesi, il presidente azzurro  abbia trovato il tempo solo per parlare del chilo in più di Higuain.

E non può più reggere la scusa di aver preso il club quando non c'erano nemmeno i palloni.

Prendere una squadra con sei milioni di tifosi per poco più di 30 milioni di euro era un affare clamoroso e De Laurentiis, da grande imprenditore, ha saputo cogliere al volo l'occasione.

Ma oggi è arrivato il momento che il presidente spieghi a quei sei milioni, finalmente, se è sua intenzione vincere qualcosa o se il Napoli resterà soltanto la principale fonte di reddito della famiglia De Laurentiis.

L'unica che, da questa stagione, ha solamente guadagnato.

Certo, in questi anni il presidente è sempre riuscito a costruire un Napoli che lottasse ai livelli nazionali più alti.
Ma questa, a mio modo di vedere, è un aggravante. Non una giustificazione, perché non ha mai completato l'opera.

Se a lui bastano i milioni della Champions, chi mangia pane e Napoli non può più accontentarsi di questo.

E gli arbitri e la Juve sono il diversivo, non il problema.

Queste sono le cose che un sito web  come il nostro, serio e indipendente, ha il dovere di dire.

Scusate ma io so napulitano, parlo sempre  in faccia.





Antonio Milucci

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