Esclusiva-Dott.Luigi Matarazzo: "Morte improvvisa nello sport, approfondire gli studi sulle aritmie cardiache"


In esclusiva per i lettori di Sportmagazinenews, abbiamo intervistato il prof. Luigi Matarazzo.

Cardiochirurgo presso il secondo Policlinico a Napoli, il prof. Matarazzo si è battuto anche recentemente affinchè tutte le società sportive, anche quelle dilettantistiche, possano avere nella propria sede, almeno un defibrillatore, essenziale per salvare la vita durante un attacco cardiaco.

Prof. Matarazzo,  pochi giorni fa, Davide Astori, giocatore della Fiorentina, morto improvvisamente nel marzo 2018 nel sonno, avrebbe compiuto 32 anni. Cosa può dirci riguardo questo evento che sconvolse il mondo dello sport ? 

"La morte improvvisa nello sport è una delle condizioni più gravi e drammatiche  e nello stesso tempo ha molto risalto sui giornali e sui media perchè naturalmente si pensa che un atleta mai potrebbe morire in questo modo. Tuttavia, è anche una dimostrazione che spesso alcune malattie del cuore, soprattutto quelle di origine aritmica, non sono sempre semplici da diagnosticare. Spesso, quindi, anche con esami semplici od anche quelli sofisticati,  non si riesce a rilevare un grave problema.  Anche un cuore relativamente in salute, come quello di Astori, può nascondere situazioni di tipo genetico molto insidiose che possono manifestarsi anche lontano dai campi di calcio. Tutto questo ci induce ad approfondire la nostra materia in maniera sempre più seria, soprattutto per quanto riguarda le aritmie cardiache"

Lei, quotidianamente, lancia un appello alle società sportive professionistiche e non, affinchè nelle loro sedi ci possa essere almeno un defibrillatore....

"E' molto importante lanciare un appello affinchè un defibrillatore sia sempre presente non solo nelle strutture sportive, ma anche in quelle pubbliche. Parlando di sport, penso alle piscine, alle palestre, ai campetti di calcio. Giovani ed adulti devono essere protetti da un defibrillatore. Come detto in precedenza, le aritmie cardiache possono arrivare in qualsiasi momento. Una visita di idoneità sportiva non basta, servono approfondimenti seri prima di dare l'ok alla pratica sportiva ad un giovane atleta. Detto questo, anche oggi, faccio un appello serio, affinchè tutte le società possano inserire nella propria sede un defibrillatore. E non solo: ci vuole, all'interno del circolo, un volontario che possa fare un corso  circa l'uso del defibrillatore stesso. Usarlo, oggi, non è difficile. Quindi, salvare una vita è un obbligo di tutte le società"

In Italia, rispetto agli altri paesi europei, la parola prevenzione è ancora poco conosciuta o possiamo dire che negli ultimi anni abbiamo fatto passi in avanti ?

"Diciamo che la prevenzione in Italia in tal senso e parlo dei defibrillatori è ancora a livelli inferiori rispetto al resto d'Europa. Spesso, racconto di un episodio avvenuto in Inghilterra in un supermercato, dove una donna svenne improvvisamente perchè ebbe un attacco cardiaco. Ebbene, un dipendente del supermercato, che aveva svolto un corso di primo soccorso, riuscì a salvare la donna nel giro di pochi minuti. Quel ragazzo aveva svolto in maniera corretta il suo corso ed in maniera tempestiva e veloce è riuscito a salvare la vita ad una persona. Ci vuole, quindi, competenza in tutto, soprattutto in casi delicati come questo"




Massimiliano Alvino



@Riproduzione riservata
Ne è consentita una riproduzione parziale o totale citando la fonte www.sportmagazinenews.it