Delio Rossi: "Mancini, grande lavoro di squadra"

 


“Tanto di cappello a Mancini per i risultati ottenuti. Non è semplice in questo momento mantenere

tutti su una corda e dare continuità ai risultati. Gioco più scintillante in altre partite rispetto a ieri

con la Bulgaria, ma l’importante è ottenere punti - queste le parole dell’allenatore Delio Rossi ai

microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al

venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio -. Europeo? Le prerogative per disputare

un’ottima competizione ci sono tutte, ma sarà fondamentale il come ci arriverai: perché i valori

tecnici, che ci sono, dovranno essere espressi al meglio in quel periodo. Napoli? Hanno avuto

diversi infortuni, qualcosa di impronosticabile in questa stagione e chi fa paragoni con i campionati

precedenti sbaglia. Sono presenti delle variabili che sfuggono, con una rosa completa il Napoli è di

un livello, e con giocatori fondamentali assenti, è ovvio che il livello non è più lo stesso. Società-

Gattuso? I Presidenti partono dal presupposto che loro spendono soldi, e quindi, a prescindere da

chi mette in campo l’allenatore, bisogna raggiungere l’obiettivo prefissato ad inizio stagione, il

quale, nel caso del Napoli, è il piazzamento Champions. E se non raggiungi questo obiettivo,

importante per le casse, fai un “Bagno” in termini economici. Crisi economica Covid? Noi dal 2006

stiamo ballando sul Titanic ed onestamente non puoi pensare di andare avanti cercando altri

introiti. Bisogna limitare prima di tutto le spese, poi se arrivano gli introiti giusti, bene. Ad esempio

la Roma ha Dzeko, un calciatore di 35 anni che guadagna 7,5 milioni di euro e, ad oggi, dovrebbe

avere un nuovo “Dzeko” di 21 anni con uno stipendio molto più basso. Quanto hanno inciso le

coppe in una stagione così particolare? Le coppe incidono indipendentemente dal Covid, e lo

fanno soprattutto se non hai la struttura tale da poter giocare la partita della vita ogni tre giorni. Io

sono andato in Champions con la Lazio, e non avevo la rosa adeguata per giocare ogni 3 giorni,

dove sai che è importante la partita contro il Real Madrid ma lo è altrettanto quella con il Chievo.

Progetto giovani durante la mia esperienza all’Atalanta? Quando sono arrivato hanno investito

poco nel settore giovanile, soprattutto per problemi economici e, dunque, si sono concentrati sulla

prima squadra. Quando, in seguito, hanno risolto i loro problemi, sono tornati a fare ciò che sanno

fare meglio ed hanno costruito qualcosa di importante. Un ricordo di Cavani? Io ho avuto il

giocatore più forte fisicamente mai visto. Aveva la forza di presentarsi davanti al portiere e poi

ritornare a contrastare sulla fascia l’attaccante avversario. Arrivava sotto porta 4-5 volte, e quando

arrivi 4-5 volte sotto porta, prima o poi la butti dentro. Giocatore formidabile, all’epoca era giovane

ma si intravedevano già le sue grande qualità. Le frizioni con Zamparini arrivarono proprio quando

decise di vendere Cavani ad una diretta concorrente che, all’epoca, era il Napoli. Chiesi di cederlo

all’estero, ma alla fine lo prese De Laurentiis. Salernitana? Lotito è una persona ambiziosa, ma

con i piedi per terra. Sicuramente ha intenzione di portare la Salernitana in Serie A, sarebbe un

motivo di vanto per lui, per la società e la Campania, ma ha un occhio di riguardo in più per la

Lazio. Io vicino al Napoli? Sì, in serie C. All'inizio dell’epoca ADL, fui costretto a dire di no perché

ero in Serie A con il Lecce”.