Daniel Maldini, quando il calcio è nel DNA


Daniel Maldini estende alla terza generazione l’epopea che porta il suo cognome dopo il debutto sancito a San Siro nel match impattato contro il Verona.
A quasi 66 anni dall’esordio in A di nonno Cesare e a 35 da quello di papà Paolo, Daniel conquista l’ambito palcoscenico negli ultimi scampoli della partita, diventando nell’occasione anche il primo rossonero nato negli anni duemila a sbarcare nel campionato apicale della nostra gerarchia calcistica. Classe 2001 già nel giro della Under 19 guidata da Bollini, a differenza dei suoi illustrissimi familiari, è un attaccante esterno che può ricoprire anche il ruolo di centrocampista offensivo.
Non è tempo di proclami, tantomeno quello di bilanci, va soltanto assaporato un momento che resta indubbiamente spartiacque nella carriera di un atleta e che fisiologicamente attrae l’attenzione mediatica in maniera ancor più evidente per via di quel cognome scritto sulle spalle che è capace di raccontare pagine importanti della storia del nostro sport, tanto legate ai colori rossoneri quanto all’azzurro che vide Cesare, prima giocatore e poi allenatore di Under 21 e Nazionale maggiore e Paolo, storico Capitano per lungo tempo recordman di presenze con l’Italia, distinguersi.
Un sogno che si realizza, ho provato un’emozione forte”, ecco le parole a caldo di Daniel all’esito del match. Partire da quelle sensazioni e costruire su di esse un importante percorso, adesso è questo il suo compito.


Fonte: Figc.it