Violenza tra i giovani: il rimedio è lo sport


Lo sport come 'arma' contro la violenza minorile, contro il bullismo, le baby gang, trasmettendo ai ragazzi il rispetto delle regole che valgono sui campi da gioco, nelle vasche delle piscine, ma che si applicano anche alla vita quotidiana. È a questo che punta il progetto di promozione sportiva come «strumento di prevenzione del rischio e di accompagnamento di ragazzi difficili». Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, il ragazzo accoltellato in via Foria, a Napoli, prima di Natale, e Sergio Roncelli, presidente del Coni Campania, puntano sul 'fair play, sul fare squadra, sul rispetto dell'avversario' e fare leva sulla capacità di atleti olimpici e sportivi di ogni tipo di attirare l'attenzione dei giovanissimi per «allontanare dal rischio della violenza, dal bullismo e dalle baby gang».

Iavarone ha incontrato Roncelli nella sede del Coni Campania e, «insieme - fa sapere la mamma di Arturo - nel corso di un lungo incontro, abbiamo stabilito di individuare delle priorità proprio relative alla possibilità di tenere i ragazzi lontani dalla strada attraverso lo sport». Roncelli, che ha evidenziato come queste iniziative godano del beneplacito di Malagò, ha spiegato che saranno coinvolti «centri sportivi, luoghi naturali di aggregazione dei ragazzi, le parrocchie, gli oratori». «Lo sport può fare molto - ha sottolineato - è uno degli ultimi presidi presenti nella società in grado di dare direttive etiche e morali. Saranno previsti avessi gratuiti alle discipline sportive per i ragazzi più a rischio, ma vogliamo anche che attraverso l'attività fisica si intervenga su meccanismi di inclusione sociale». Un 'ponte, insomma, per far incontrare realtà sociali differenti.

«Lo sport è da sempre un dispositivo di regole, dà luogo a una comprensione di contesti competitivi reali - ha proseguito Iavarone - Arturo è stato accoltellato 4 contro 1 alle spalle, non è giocare lealmente se ci si confronta 4 contro 1 e armati di coltelli. Questa è la metafora, il paradigma di come nella testa di questi ragazzi sia andata smarrita, o forse non ci sia mai stata, una rappresentazione leale del confronto anche tra coetanei, anche scomodo, ma sempre sostenuto in maniera leale». «Il Coni è un partner formativo naturale dell'Università Parthenope - ha spiegato Iavarone, ordinario di Pedagogia sociale nell'ateneo - Loro sono sempre sensibilmente vicini ai temi della formazione e mi sento molto ben accolta dal presidente Roncelli, persona di grande buon senso».






Fonte: IlMattino