Il Milucci pensiero: De Laurentiis, Sarri e il sogno scudetto 


Sabato mattina, durante la conferenza stampa organizzata per la firma del contratto di Lorenzo Insigne, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis dichiara: "Il secondo posto in Italia è uno scudetto, ma diciamo anche che il super-scudetto prima o poi ce lo prenderemo, se un anno a qualcuna viene qualche spina nel fianco. Ora ci sono anche i cinesi del Milan e dell'Inter, speriamo non vengano a rompere il pasticciotto a noi". Dichiarazioni, a nostro parere, ineccepibili. 

Poche ore dopo, durante la conferenza stampa di presentazione del match di campionato contro il Sassuolo, a precisa domanda sulle dichiarazioni del presidente, l'allenatore del Napoli Maurizio Sarri risponde: "Il quarto-quinto fatturato non può puntare allo scudetto. Poi può succedere, ma rappresenta qualcosa di particolare. Succede in Inghilterra, perchè li' anche le squadre medie hanno fatturati di grandi livelli, in altri paesi è più difficile. Può essere un sogno, non qualcosa di programmato". Dichiarazioni, a nostro parere, altrettanto sensate e, soprattutto, niente affatto in contrasto con quelle appena rilasciate dal Presidente. 

Invece, il giorno dopo, la Gazzetta dello Sport titola: Adl: "Sarà scudetto" Sarri: "Sogni, vincono i fatturati", creando una inesistente contrapposizione tra presidente e tecnico. 

Domenica, a ora di pranzo, il Napoli, in vantaggio a Sassuolo e in totale controllo della gara, butta via la vittoria per uno svarione di Hamsik che regala palla a Berardi davanti a Reina e per un errore dello stesso portiere spagnolo, che non intercetta un tiro centrale del giovane Mazzitelli. Milik, opportunamente inserito da Sarri, pareggia ma il Napoli lascia in Emilia due punti fondamentali per la rincorsa al secondo posto in classifica. 

Il giorno successivo, lunedi, la stessa Gazzetta dello Sport si scaglia contro Sarri: cambi tardivi, Hamsik non doveva giocare, non ha fiducia nei panchinari, non può essere sempre colpa della sfortuna, dell'arbitro, degli orari indigesti. 

La Gazzetta omette di ricordare che proprio Hamsik aveva dato il via all'azione del primo gol del Napoli, che gli azzurri avevano colpito due legni clamorosi, che nel primo tempo era stato negato un rigore apparso ai più netto, che l'arbitro Damato si era reso protagonista dell'ennesimo arbitraggio sciagurato ai danni del Napoli. 

A questo punto, viene automatico chiedersi perché la rosea attacchi Sarri in maniera tanto evidente, perché cerchi di creare dissidi tra allenatore e presidente, verso chi voglia spingere il tecnico: la Roma o le milanesi?

Dobbiamo ricordare, infatti, che malgrado i tanti punti lasciati per strada, soprattutto con le piccole squadre, al momento gli azzurri hanno un punto in più rispetto allo scorso anno, quello del record di punti in serie A. Inoltre, nel girone di ritorno, la squadra di Sarri è capolista  insieme alla Juventus. Se poi analizziamo solo le ultime 19 partite, dal Sassuolo in casa all'ultima trasferta in terra emiliana, scopriamo che il Napoli ha conquistato la bellezza di 46 punti che, nell'arco di un campionato, danno una proiezione totale di ben 92 punti. 

Tutto questo malgrado la sanguinosa cessione di Higuain, il devastante infortunio di Milik, la faticosa ma più che soddisfacente partecipazione alla Champions League e malgrado tutti i punti persi per una serie di errori tecnici dei singoli calciatori veramente imbarazzanti e non certo imputabili al tecnico. 

Facendo un rapido elenco, infatti, non possiamo non ricordare lo svarione di Koulibaly contro la Roma in casa, quello di Ghoulam a Bergamo con palla respinta sui piedi di Petagna, la svirgolata dello stesso algerino a Torino con palla regalata a Bonucci in area, lo sciagurato errore di Hamsik a Sassuolo. Oltre ai due clamorosi retropassaggi sbagliati da Jorginho in Champions contro Benfica e Besiktas. 

A questi, dobbiamo aggiungere almeno tre/quattro disattenzioni di Reina, costate altrettanti gol. 

A ben guardare, quindi, della quindicina di reti in più incassate dagli azzurri rispetto allo scorso campionato, molte sono imputabili ad errori individuali e a cali di concentrazione. Non certo ad una errata applicazione della fase difensiva, peraltro curata da Sarri in maniera maniacale, come dichiarato dagli stessi calciatori del Napoli. 

La strada per evitare tali errori ci sembra obbligata: l'acquisto di almeno tre calciatori di grande esperienza e personalità, capaci di guidare i compagni in campo, di tenerli sulla corda anche quando il dominio azzurro è evidente e gli avversari non sembrano in condizione di creare pericoli. 

L'acquisto di altri giovani di belle speranze, dei quali si sente parlare da più parti, servirebbe soltanto per le collezioni di figurine, ma non consentirebbe a presidente ed allenatore di cullare quei sogni di gloria ai quali, a loro dire, non vogliono rinunciare. 

Antonio Milucci per Sportmagazinenews. 
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