Il Milucci pensiero: il destino dei vincenti e quello dei perdenti




Lo scorso anno il Napoli a Torino giocò una buona partita, migliore di quella giocata dalla Juventus, ma perse.  

Quest'anno il Napoli a Torino ha giocato una buona partita, migliore di quella giocata dalla Juventus, ma ha perso. 

Lo scorso anno, nel momento decisivo della partita, i giocatori del Napoli si fermarono a guardare un pallone sul quale si avventò un giocatore della Juventus che segnò il gol della vittoria. 

Quest'anno, nel momento decisivo della partita, i giocatori del Napoli si sono fermati a guardare un pallone sul quale si è avventato un giocatore della Juventus che ha segnato il gol della vittoria. 

Juventus-Napoli è stata la partita che tutti si aspettavano, è stata la stessa partita dello scorso anno. 

È stata la partita tra la squadra di una società che vuole vincere e che fa tutto quanto è necessario per vincere e la squadra di una società che vuole soprattutto mettere in mostra i propri giocatori. Giocatori che poi andranno a vincere altrove. 

La gestione scelta dal Presidente De Laurentiis ha portato il Napoli a competere per le prime 5 posizioni del campionato nelle ultime 6 stagioni. E tutto lascia pensare che potrà continuare a farlo per gli anni a venire. 

A molti sta bene così, perché confrontano questi ultimi sei anni con i precedenti 84 anni di storia azzurra e concludono che mai il Napoli è stato così in alto per cosi tanto tempo. 

Il Napoli più vincente della storia, quello di Maradona, rimase nelle prime 5 posizioni solo per 5 anni, dalla stagione 85-86 alla stagione 89-90, quella dell'ultimo scudetto. 

Certo, in quei 5 anni il Napoli riusci' a vincere gli unici 2 scudetti della sua storia, ma pagò quei due titoli con una lenta e progressiva discesa verso gli inferi. 

Questo è lo spauracchio agitato da Aurelio De Laurentiis e dai suoi sostenitori. 

I detrattori del presidente, invece, vorrebbero vedere la società assumersi quei rischi d'impresa necessari per provare veramente a vincere qualcosa d'importante.

Certo, spendere 128 milioni di euro sul mercato estivo per presentare in campo una squadra più debole, al momento, di quella dello scorso anno sembra una follia. 

Ma il presidente De Laurentiis può consolarsi con una nidiata di giovani talenti da far crescere, che certamente consentiranno alla società importanti plusvalenze nei prossimi anni. 

Se questo è l'obiettivo della società, il Napoli è sulla strada giusta per raggiungerlo. Se, invece, l'obiettivo è vincere, il Napoli sta andando in direzione opposta e contraria, per dirla alla De Andre'. 

Partite come quella dello Stadium, partite decisive per vincere i campionati, si vincono schierando giocatori che non si rilassano nei momenti decisivi, giocatori di esperienza e personalità.

Questa tipologia di calciatori non costa tanto, ma pretende di guadagnare tanto. Soprattutto, questa tipologia di giocatori non consente alle proprie società di guadagnare dalle loro cessioni. Anzi, spesso vanno via a parametro zero, ormai anziani. Ma questi calciatori fanno vincere i campionati alle loro squadre. 

Questi calciatori non sono mai stati cercati dal Napoli del presidente De Laurentiis. 
Anzi, la partita di ieri sera ha dimostrato che quei calciatori il Napoli non solo non li compra, ma addirittura li cede. E li cede alla sua più diretta concorrente. Altro non occorre aggiungere. 

Se qualcuno non aveva capito la scelta di Gonzalo Higuain, ieri sera si sarà tolto tutti i dubbi. Lui vincerà, forse non la Champions League, ma vincerà.

Noi, lo guarderemo vincere, come abbiamo guardato vincere Quagliarella alla Juventus, Lavezzi e Cavani al Psg, persino Inler al Leicester.

È il destino che abbiamo scelto e scegliamo per noi stessi. È inutile masticare amaro. 

Antonio Milucci per Sportmagazinenews.