Questa settimana qualcuno ha deciso di potersi arrogare il
diritto di scegliere chi deve e chi non deve parlare della sua squadra. O
meglio, della squadra della quale è proprietario da una spicciolata di anni.
E,
incredibile ma vero, questo gli è stato consentito. Non solo: i venticinque
cantori prescelti dal regime hanno deciso di partecipare lo stesso a quella che
ormai non era più una conferenza stampa ma solo un atto di propaganda
unilaterale. E ne hanno dato pubblica eco. Mancando di rispetto a se stessi, a
tutti i loro colleghi che non erano stati invitati e ai loro lettori. Io
personalmente scelgo di sottrarmi a questo gioco al massacro. Scelgo, per una
volta, di non raccontare, di non descrivere, di non commentare.
Consapevole
che, ovunque sia stata persa la libertà di stampa, questa è stata solo la prima
delle libertà perdute.
Antonio Milucci