De Laurentiis: "Napoli squadra più cresciuta a livello internazionale"


Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.

Ecco le sue dichiarazioni evidenziate dal nostro network:

 “Perché ho preso il Napoli? Il cinema mi stava dando soddisfazioni enormi, anche a livello internazionale. Con l’opposizione e lo scetticismo di mio zio Dino ero sbarcato negli Usa e avevo vinto la miaSCOMMESSA. Il napoli è la squadra che è cresciuta di più a livello internazionale"
Leggo in quei giorni una intervista di Gaucci che diceva ‘compro il Napoli con 5 milioni’. Già nel ’99 mi ero mosso per acquistarlo, ma quella trattativa con Ferlaino finì male. Il Napoli mi è sempre stato nel cuore. Allora, siamo nel 2004, il Napoli è fallito. Chiamo un banchiere, gli svelo la mia intenzione. Anche qui sono sconsigliato, ma l’interlocutore capisce che la mia intenzione è seria. In quei giorni avevo chiamato Danny De Vito per girare alcune scene di un film, si era convinto ed era venuto in Italia. Per me erano giorni molto intensi. Ricordo che nel mio studio sul tavolone avevo una serie di cartellette aperte, tutti lavori e impegni diversi. Io lavoro così. C’era anche il file del Napoli. Mi diedero del matto perché rispetto ai 5 milioni sbandierati da Gaucci, io ne spesi 32, poi altri 35 il primo anno di serie C e ancora 35 il secondo, 100 milioni per arrivare in serie B. Ma ne sono felice”.
Felice di aver acquistato il Napoli:
Se sono ancora felice? Senza alcuna incertezza. Ho ancora molte cose da fare con il Napoli e nel mondo del calcio. Anche se so bene che molti mi danno del visionario. Non è vero, io invece replico che ho delle ‘vision’. Vengo da un mondo dove si deve essere creativi per essere dei vincenti, a livello di soggetto, sceneggiatura, regia e di promozione. Ho rivoluzionato il mondo del cinema, intendo farlo anche nel calcio. Sono convinto che nella vita bisogna sempre portare innovazione. Io sono un rullo compressore. Bisogna estendersi, creare un campionato europeo per club, abbattere certi confini, far capire a istituzioni che si muovono e vivono in modo obsoleto e conservativo, Fifa e Uefa, controllando per giunta un patrimonio finanziario immenso, che siamo arrivati ad un livello di emergenza. Andrea Agnelli ed io tre anni fa avevamo proposto una ristrutturazione della Lega, con due grandi manager che lavorassero su due fronti: estero e istituzionale italiano. Le nostre priorità non sono state accolte. Mi limito a dire questo: se continuiamo a vivere di populismo, non saremo mai grandi tra i grandi, al massimo grandi tra i piccoli. Negli Usa dove sono molto più bravi di noi e sanno anticipare i tempi, nelle Leghe si entra pagando una ricca fiche . Nel calcio, uno sport appena esplorato dalle loro parti, il Manchester City per creare una società a New York ha dovuto versare 100 milioni di dollari. È questa la strada da seguire, con forme e numeri diversi, in Italia e in Europa. Ma qui resistono poteri forti che hanno la testa rivolta al passato”.
Occhio al calcio italiano:  “Cosa penso di Tavecchio? Non penso. Il potere forte di Galliani in Lega? Sono code di potere. Riformare il calcio italiano? Macché riformare, il calcio italiano è da ri-fon-da-re!”.
 Napoli di Sarri: “Perché l’ho ingaggiato? Lavora molto, apprezzo la sua tenacia nell’applicazione delle sue idee, alcune di queste nuove. Se ho mai pensato di cedere Higuain? Mai e poi mai. Non a caso ho messo una clausola altissima, difficile da sostenere per un eventuale acquirente. Mi aspetto che sia rispettoso dell’impegno e del lavoro della squadra”.
Cedere il Napoli ed acquistare la Roma: Creda a me, non c’è nulla di vero. Io sono orgoglioso del mio Napoli. Un progetto è allo studio. Ho detto che ho delle ‘vision’? Ecco questa ‘vision’ si rivolge a un’esperienza extraterritoriale, fuori dai confini italiani. Se acquisterò una società estera? Per ora è solo una vision, proprio perché sono troppo impegnato con il Napoli”.