Componente radioattivo scoperto nelle sigarette: è il Polonio 210

La domanda che nove adolescenti su dieci rivolgono a se stessi quotidianamente è la seguente: “fumo o non fumo?” La risposta che i medici danno ai giovanissimi e non solo a loro è sempre la stessa : “è meglio non fumare per salvaguardare la propria salute“. E questa risposta può essere amplificata dalla ultimissima scoperta che è stata fatta. Nella comune sigaretta oltre ad esserci  più di quattromila sostanze nocive alla nostra salute, c’è anche un componente radioattivo: il Polonio 210. La scoperta è stata effettuata grazie ad uno studio realizzato dai ricercatori della UCLA ( University of California Los Angeles). Ma la notizia più eclatante e sconvolgente al tempo stesso è che le aziende produttrici di sigarette erano a conoscenza della presenza del Polonio 210 all’interno delle sigarette stesse.
E da questa notizia potrebbero nascere delle reazioni aggressive da parte dei consumatori stessi che più volte negli ultimi decenni hanno accusato ed intrapreso delle vere e proprie azioni legali nei confronti delle aziende multinazionali produttrici di tabacco, le quali nei vari processi che si sono svolti, soprattutto negli Stati Uniti d’America, hanno dovuto risarcire, e non di poco, consumatori che purtroppo si erano ammalati di cancro a seguito del forte consumo di sigarette. Addirittura dagli ultimi studi effettuati, si pensa che le aziende multinazionali produttrici di tabacco, avrebbero studiato gli effetti del Polonio 210, ma che gli stessi studi non sarebbero mai stati pubblicati. Recentemente anche il giornale “The Indipendent” ha scritto che, per arrivare a queste conclusioni, sono stati analizzati oltre 1500 documenti interni agli uffici delle multinazionali. Ma come è possibile che un’azienda produttrice di tabacco ci proponga a nostra insaputa un elemento radioattivo? Il discorso sarebbe veramente interessante da analizzare e da denunciare, ma questo lo lasciamo fare alle varie associazioni di categoria preposte.
Si può analizzare invece la distribuzione del Polonio 210 all’interno del nostro corpo. Prima di tutto bisogna dire che per formare una sigaretta i coltivatori di tabacco utilizzano fertilizzanti a base di fosfato che provocano appunto un deposito sulle foglie di Polonio 210. Il minerale di fosfato, però, accumula uranio e libera gas radon, e quando si accende una sigaretta il calore volatilizza il Polonio 210 generando vapori radioattivi e carcinogeni. Il filtro delle sigarette però, riesce a neutralizzare gli agenti carcinogeni, ma non quelli radioattivi. I depositi quindi del Polonio 210, emettono particelle Alfa nei polmoni dei fumatori, generando così radiazioni localizzate. Ma siccome il Polonio 210 è solubile, attraverso il sangue, raggiunge i tessuti del nostro corpo, posizionandosi a livello delle cellule in quantità incredibili. Dagli studi fatti non solo recentemente si è evidenziato marie-curieche il Polonio 210, può rimanere nei polmoni di un fumatore per circa 53 giorni, ma l’azione radioattiva può stabilizzarsi per circa 138 giorni se i sistemi di difesa broncopolmonari non riescono a rimuovere le particelle radioattive in maniera efficiente.
Questo elemento scoperto e studiato da Marie Curie, scienziata polacca (da qui il suo nome), può provocare cancro alla vescica ed al fegato, ulcera allo stomaco, leucemia, cirrosi del fegato e malattie cardiovascolari. E allora non sarebbe il caso di cominciare a  pensare che davvero smettere di fumare è, per la nostra salute e per il nostro corpo, la migliore soluzione ?
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