Tutti in piazza per la Giornata nazionale contro il Dolore Cronico, una malattia ancora “invisibile”


Ci sono malattie verso le quali è facile curarsi; ve ne sono altre verso le quali vengono spesi molti soldi per le ricerche; ve ne sono altre ancora dove invece gli studi o le ricerche non sono ancora sufficienti al fine di eliminarle del tutto. Si chiamano malattie “ invisibili”, verso le quali appunto c’è tanto da fare. Ed una di queste è la malattia del dolore cronico. Ma qualcosa già si muove, domenica 16 ottobre, in più di trenta piazze italiane verranno raccolti fondi per la ricerca di questa malattia; e sarà la giornata nazionale contro il dolore cronico. Lo slogan è semplice : “ Più mele, meno male”. La manifestazione è promossa dalla ISAL ( sito web www.fondazioneisal.it), associazione che intende far crescere l’attenzione su questa malattia e nello stesso tempo raccogliere fondi da investire per la ricerca. Con una piccola spesa, infatti, di cinque euro si potrà acquistare una busta di mele, e di conseguenza promuovere l’iniziativa con la speranza che presto anche questa malattia, in un futuro non troppo lontano, possa essere debellata. Il frutto da acquistare, come scritto in precedenza, è la mela che  per antonomasia è il simbolo della salute. Ed è proprio da una buona alimentazione che parte il nostro processo di star bene in salute, così come espresso anche dagli organizzatori della manifestazione e dai medici in generale. In Italia ne soffrono più di dodici milioni di persone.
Ma in realtà cos’è il dolore cronico? Si tratta di un dolore che si protrae oltre il normale decorso clinico e che può durare anche a tempo indeterminato. A provocare il dolore cronico naturalmente sono malattie, come ad esempio il diabete o la sclerosi multipla, si può manifestare altresì a seguito di gravi interventi chirurgici, o ancora a seguito di fortissime emicranie o episodi gravi di ernia del disco. Per chi soffre di dolore cronico, non solo il corpo ne risente, ma anche lo stato psicologico può avere dei forti cambiamenti in negativo, ne consegue un forte peggioramento della qualità della vita. Ansia, depressione, ed inabilità al lavoro possono esplodere nella vita di un paziente affetto da dolore cronico. É molto difficile anche da diagnosticare anche perchè prima che i medici possano arrivare dolore_cronico_2ad un risultato preciso ci vogliono almeno tre mesi nei quali il paziente deve essere affetto da forti dolori e che questi si manifestino almeno due- tre volte a settimana. Ecco perchè l’aiuto dei pazienti in tal senso è fondamentale. In mancanza sarà veramente difficile diagnosticarlo e di conseguenza curarlo. I trattamenti vengono effettuati con farmaci antinfiammatori non steroidei, soprattutto nel primo stadio, ma spesso con l’aumentare del dolore stesso, viene somministrata anche la morfina, anche se nella stessa classe medica c’è scetticismo nel somministrarla a pazienti affetti da questa malattia. Esistono poi tante terapie non farmacologiche come ad esempio effettuare agopunture oppure ancora  il nuovissimo biofeedback, terapia che si basa sulla teoria comportamentale del paziente stesso ( pratica molto usata in psicoterapia), ed ancora il classico esercizio fisico, che spesso è sottovalutato dal paziente stesso, ma se ben eseguito ed associato alle precedenti terapie, può eliminare il dolore.
Per concludere, la malattia del dolore cronico è ancora poco conosciuta dalla popolazione stessa, cosa che però non si può dire per la classe medica, che quotidianamente lavora e si sforza affinchè in futuro nessuno più ne debba soffrire, e che soprattutto la stessa malattia possa essere riconosciuta come invalidante e che quindi i farmaci siano rimborsati. Per fare questo è importante dare una mano e scendere in piazzadomenica 16 ottobre e dare il nostro contributo. Solo in questo modo possiamo aiutare la ricerca.
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